CARICATORE/ESCAVATORE STRADA-ROTAIA – LA SERIE 700T NEL DETTAGLIO
Su un Caricatore/escavatore per strada-rotaia estremamente potente e maneggevole che ha tali caratteristiche: un motore Diesel 129 kW (Step IV Final), raffreddato ad acqua e una trasmissione idrostatica tipo “Power Shift” su entrambi gli assi, ruote con pneumatici gemellati, 2 assi sterzanti equivalenti a 4 ruote direttrici, raggio di sterzata minimo = 4,2 m , il doppio circuito di frenatura pneumo-idraulica, un braccio universale, 2 elementi con prolunga telescopica, la capacità di sollevamento massima 11 t, la distanza di sollevamento massima 7,2 m, il peso di peso 28 t, la rotazione 360° in continuo, cabina spaziosa ed ergonomica, 2 posti, l’avanzamento ferroviario tramite frizione pneumatica/ruote ferroviarie, e rispetto delle sagome basse, i carrelli ferroviari che permettono il superamento degli scambi, la velocità : fino a 30 km/ora su rotaia o su strada, una gamma completa di accessori dedicati ai lavori di manutenzione ferroviari, le limitazioni elettro-idrauliche regolabili sia per la rotazione che per l’altezza, una messa in/fuori binario molto rapida, scartamenti disponibili : da 1435 a 1676 mm con Omologazione: EN 15746 – non poteva che essere montato un riduttore di velocità Bonfiglioli messo a disposizione da FP FRASMISSIONI.
La serie 700T rappresenta la soluzione più efficiente e sicura per tutte le applicazioni con movimento di rotazione come le gru, escavatori ed altre macchine nei settori della costruzione, agricolo e miniera, in cui è previsto Montaggio a flangia, Albero di uscita scanalato o con pignone integrale, Massima robustezza costruttiva, Elevata capacità di coppia trasmissibile, Alberi di uscita supportati da cuscinetti con capacità heavy-duty.
I riduttori Bonfiglioli della Serie 700T dedicati ai macchinari di sollevamento includono versioni con o senza pignone integrato. Le unità possono essere lineari o con riduttore ad assi ortogonali per semplificare l’installazione del motore. Possono essere controllate elettricamente o idraulicamente, con o senza un freno di stazionamento negativo. Possono essere complete con uscita, con braccio di reazione integrato per un’installazione più semplice sulla macchina e con albero pignone integrato con modulo da 50 o 100 mm, e con elevata capacità di portata. La progettazione dei riduttori è stata valutata da ABS e DNV. La produzione avviene in conformità ai requisiti della Classe, vale a dire con certificazione 3.2 di tutti i componenti portanti e piena tracciabilità.
La serie 700T ha davvero tutti i numeri per offrire il massimo:
- n. 13 grandezze per coppie in uscita fino a 70.000Nm. Disponibile dalla taglia 700 alla 715
- uscite con albero pignone supportati da cuscinetti con grande capacità di carico
- corpo d’uscita di costruzione robusta con flangia di fissaggio alta o bassa
- entrate per diversi tipi di motori idraulici o elettrici
- freni di stazionamento, montati in ingresso, di tipo multidisco in bagno d’olio ad azione negativa; apertura idraulica, chiusura mediante molle
- per autogru sono disponibili freni multidisco a doppia azione: positiva e negativa, per frenatura dinamica e statica con doppio comando idraulico
- ingranaggi e cuscinetti sovradimensionati per impieghi molto gravosi
- disponibili con motori idraulici completi di valvole di massima pressione ed anticavitazione
L’unità è composta da:
- Motore orbitale semintegrato ad alto rendimento
- Riduttore epicicloidale ad uno o più stadi di riduzione per un’ampia gamma di rapporti
Gamma di coppia – 1.000 … 80.000 Nm – 1.000 … 20.000 Nm Rough terrain cranes, Truck-mounted cranes, Crawler cranes, Drilling machines
1.200 … 80.000 Nm Building cranes
- Diversi tipi di pignoni in uscita
- Valvole di controllo flangiate sul motore, quali: valvole antishock e anticavitazione, valvole di bilanciamento e antishock
- Freno negativo multidisco di parcheggio a comando interno (optional)
- Lubrificazione motore-riduttore separate.
- Riduzioni epicicloidali con ingranaggi rasati poi cementati e temprati; corone a dentatura interna bonificata e temprata ad induzione
- Corpo riduttore di robusta costruzione in ghisa sferoidale
- Alberi con pignoni integrali o riportati ricavati da acciaio forgiato, lavorato poi cementato e temprato
- Cuscinetti di supporto albero con grande capacità di carico per sopportare gli elevati carichi derivanti dall’ingranamento pignone-ralla
- Lubrificazione in bagno d’olio, cuscinetto inferiore lato pignone lubrificato permanentemente a grasso.
E’ una serie progettata per la rotazione di gru e torrette, macchine operatrici, impianti eolici, trivellazione.
Curiosità:
Le origini della strada ferrata sono da ricercare nel cosiddetto “solco carraio”, ideato a Pompei dai Romani intorno al 50 d.C. per assicurare il traffico sulla Via Magna. Tale solco, mantenendo le ruote dei veicoli entro apposite guide o scanalature realizzate sulla pavimentazione stradale in lastre di pietra, permetteva di migliorare lo scorrimento dei carri e di ridurre lo sforzo dei cavalli. Guide di questo tipo comparvero ben presto anche in altre parti dell’impero romano, come attestano le tracce ritrovate in Svizzera, sulla via d’Etraz. Verso la metà del secolo XVI gli Inglesi, seguiti dai Tedeschi, ripresero il sistema romano nelle loro miniere di carbone fossile. Ai solchi erano stati sostituiti, in un primo tempo, semplici piste di legno, le quali vennero poi ricoperte con lastre metalliche per rallentarne il logorio, quindi fiancheggiate con tavole per impedire alle ruote di scostarsi dal piano di scorrimento.
È interessante notare che la distanza di circa 1440 mm fra i solchi carrai romani di Pompei differisce di soli 5mm dallo scartamento di 1435 mm tra le due file di rotaie d’una linea ferro viaria odierna.
Intorno al 1760 l’industria siderurgica inglese subisce una grave crisi di sovrapproduzione, il prezzo del ferro si riduce notevolmente accelerando la sostituzione delle rotaie in legno con quelle in ferro (inizialmente si trattava spesso di piastre di ferro montate sopra rotaie di legno). L’adozione della rotaia consente di risolvere il problema degli elevati pesi per asse del veicolo e della scarsa guidabilità dello stesso. Inoltre l’adozione delle rotaie consente di ridurre sensibilmente le resistenze di rotolamento in questo modo si possono raggiungere velocità maggiori a parità di potenza installata sulla macchina. Sulla nascente idea della ferrovia si concentrano interessi industriali per l’epoca enormi: nel 1825 viene costruito un primo tratto di ferrovia tra Stoctkon Darlinghton e nel 1829 viene bandita una gara per la costruzione delle locomotive per la prima vera e propria ferrovia commerciale tra Manchester e Liverpool. A vincerla è George Stephenson con il suo “Rocket” che sbaraglia gli avversari.
Già nel 1839 viene inaugurata in Italia la prima linea ferroviaria la Napoli Portici.
Restiamo in ascolto delle richieste dei clienti “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.