IL BRACCIO MECCANICO CHE SIMULA LA CARENZA DI GRAVITA’ – COLLABORAZIONI “SPAZIALI”
Correva l’anno 1997 quando l’azienda Bonfiglioli continuava nella sua originaria inclinazione e sviluppava nuove applicazioni e idee per implementare soluzioni meccaniche avveniristiche.
Quando vediamo Samantha Cristoforetti effettuare un’attività di riparazione all’esterno di una stazione spaziale orbitante, siamo colpiti dal coraggio basato sull’assoluta affidabilità dei mezzi che rendono possibile questa operazione.
Abbiamo trovato un documento importante nelle News nr. 6 del 2 luglio 1997 che testimonia come da sempre i reparti ricerca e sviluppo siano stati impegnati nella collaborazione con diversi enti per portare significativi contributi a tutte le realtà ingegneristiche come riportato integralmente di seguito.
“L’uomo nello spazio, una visione onirica che anche se quasi usuale oggi, sollecita la nostra fantasia. Pensarci vaganti nel cosmo, nell’universo infinito è una sensazione di grande intensità che affascina e sorprende al tempo stesso. Ma al di là delle emozioni l’esplorazione dello spazio è un mercato dove la grandissima tecnologia ha realizzato un grande sogno; la capacità di sognare e di pensare l’insuperabile ha portato l’uomo a costruire strumenti ricercatissimi che potessero rendere reale ciò che era solo fantasia ancestrale. Per gli uomini che si avventureranno sulle navicelle spaziali è necessario che vengano preparati programmi di addestramento per simulare il più realmente possibile le condizioni ambientali nelle quali si troveranno ad operare una volta lasciata l’atmosfera terrestre. Sicuramente una sensazione che non può trovare esperienze nella quotidianità di ognuno di noi è il dover vivere in assenza di gravità e quindi di peso.
Come ci si muove, quante sensazioni e quali disorientamenti può creare questa condizione? Per risolvere questo problema è stato creato un braccio meccanico che simula, agganciandolo ad un astronauta, l’operatività in mancanza di gravità. L’uomo è appeso ad esso ed i movimenti che gli vengono trasmessi sono regolati da una velocità e da una potenza che a seconda del peso dell’uomo lo muove nello spazio di una stanza di simulazione, secondo calcoli che trasmessi al motore del braccio lo fanno azionare secondo un ritmo assolutamente identico a quello che avrebbe l’uomo abbandonato a sé nello spazio. Un riduttore Bonfiglioli regola questo movimento con una precisione millimetrica trasmettendo la giusta potenza al braccio al quale è appeso l’astronauta con una regolarità altissima tanto da non fare intuire il minimo scossone, con fluidità talmente realistica che dopo un certo periodo di training gli uomini che si sottopongono a questo esercizio trovano abbastanza normale essere operativi in mancanza di peso. Anche in questa applicazione la qualità Bonfiglioli è stata esaltata dall’uso, laddove la precisione, la potenza giustamente dosata, la continuità di risultato, sono gli elementi richiesti ai componenti come il motore facendo sì che le aspettative siano rispettate. E’ certo motivo di soddisfazione per noi, sapere che i passi che l’uomo muove nell’universo possono essere più sicuri anche grazie ad un nostro intervento che come tradizione non tradisce chi in noi ha riposto la propria fiducia.”
In realtà si sperimenta l’assenza di gravità durante la caduta libera o quando nessun oggetto ci impartisce forza gravitazionale. Quando la stazione spaziale internazionale è in orbita attorno alla Terra, è in costante condizione di caduta libera. Ecco perché la ISS sperimenta l’assenza di gravità.
Come diceva Buzz Lightyear nel film di animazione “Toys”: non è volare ma è cadere con stile, la stessa sensazione che proviamo durante le turbolenze in aereo.
Citando lo stesso Walt Disney ne “I Robinson – Una famiglia spaziale” possiamo dire:
“Around here, however, we don’t look backwards for very long.
We keep moving forward, opening up new doors and doing new things, because we’re curious…
And curiosity keeps leading us down new paths.”
FOREVER FORWARD