IA E IOT. IL FUTURO DELL’INDUSTRIA PASSA DALLA RIVOLUZIONE DIGITALE
Da tempo ormai intelligenza artificiale, IoT, big data, sono termini entrati nel linguaggio comune, per chi opera nel mondo dell’industria. L’ultima rivoluzione industriale, quella digitale, ha imposto e continua a chiedere ogni giorno un continuo aggiornamento da parte delle aziende che intendono stare al passo con i tempi. L’intelligenza artificiale è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire al computer prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana. In generale, l’IA sta diventando sempre più importante sia nell’uso quotidiano (si pensi ad esempio ad assistenti virtuali come Alexa o Siri) sia nell’industria perché offre vantaggi significativi in termini di efficienza, personalizzazione e possibilità di prendere decisioni informate. Con l’aumento della disponibilità dei dati e la crescita delle tecnologie, ci si aspetta che l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale diventi sempre più diffuso nell’industria in futuro.
Oggi, l’intelligenza artificiale applicata nel sistema industriale può portare notevoli benefici in termini di efficientamento della produzione, riduzione dei costi operativi e miglioramento dell’utilizzo delle risorse. Così come può essere fondamentale nella manutenzione predittiva, che permette di analizzare lo stato degli impianti e prevenire eventuali guasti, stimando la probabilità con cui potrebbero avvenire. Altri vantaggi riguardano il controllo sull’intero processo con verifica dei dati real time da remoto, e una maggior sicurezza legata all’automazione e alla manutenzione predittiva già citata.
Applicazioni pratiche di quanto abbiamo detto sono rappresentate per esempio dagli inverter decentralizzati DGM progettati e prodotti da Bonfiglioli che consentono il controllo dei motori elettrici asincroni. Grazie al PID control, all’elevato numero di I/O a bordo (digitali e analogici) e al Soft PLC integrato gratuito per applicazioni stand-alone, il DGM è perfetto per il settore delle pompe, della ventilazione e delle industrie di processo. Il DGM può essere montato a parete, a bordo macchina, oppure fornito direttamente in combinazione al motoriduttore. Sempre nel campo dell’IoT Bonfiglioli ha inoltre progettato un sistema di manutenzione predittiva per gli alimentatori, che consente il controllo della filiera, con il monitoraggio delle condizioni delle macchine e la raccolta dati, un sistema studiato per le macchine pallettizzatrici e confezionatrici.
Tornando a parlare di rivoluzione digitale, l’Italia risulta essere uno dei Paesi più attrezzati del Vecchio Continente. Secondo la ricerca “La Digitalizzazione in Europa tra il 2022 e il 2023”, realizzata dalla Banca Europea degli Investimenti (Bei), il 54% delle imprese italiane ha infatti sviluppato infrastrutture digitali, contro una media Ue del 49%. Grazie anche ai fondi europei, le aziende italiane potranno investire maggiormente nelle nuove tecnologie digitali, come big data e intelligenza artificiale, su cui il nostro Paese è indietro rispetto al resto d’Europa. Il rapporto della Bei indica infatti come solo il 19% delle imprese italiane utilizzi soluzioni di questo tipo, rispetto a una media Ue del 29%. L’andamento del mercato digitale fino al 2025 sarà condizionato dagli investimenti in Information & Communication technology realizzati attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono 48 i miliardi di euro messi a disposizione dall’Europa per il processo di transizione digitale. Grazie anche ai fondi europei, le aziende italiane potranno investire maggiormente nelle nuove tecnologie digitali, come big data e intelligenza artificiale, su cui il nostro Paese è indietro rispetto al resto d’Europa. Il rapporto della Bei indica infatti come solo il 19% delle imprese italiane utilizzi soluzioni di questo tipo, rispetto a una media Ue del 29%. Gli investimenti in tecnologie digitali sono importanti perché potrebbero svolgere un ruolo decisivo anche nel processo di transizione ecologica. La digitalizzazione, infatti, consentirebbe di migliorare la mobilità urbana, l’agricoltura di precisione, le catene di approvvigionamento sostenibili, il monitoraggio ambientale e la previsione dei disastri. A dimostrazione di quanto la transizione digitale e quella ecologica siano connesse, secondo lo studio della Bei il 57% delle imprese digitalmente avanzate ha investito anche in soluzioni ecologiche, contro il 43% delle aziende non digitali.
Una buona notizia per la Regione Emilia-Romagna, nel campo della ricerca e formazione in questo settore è arrivata in questi giorni, con la nascita dell’UNU Institute on Big Data and Artificial Intelligence for Managing Human Habitat Change, il nuovo Istituto dell’Università dell’Onu su ‘Big data e Intelligenza artificiale per la gestione del cambiamento dell’habitat umano’. Sorgerà al Tecnopolo di Bologna e rafforzerà la vocazione e il ruolo dell’Emilia-Romagna come centro d’eccellenza mondiale per la ricerca, la scienza, l’intelligenza artificiale e i big data. L’inizio delle attività è previsto entro metà 2024, e l’Istituto sarà attrattivo per studenti e docenti da tutto il mondo.