ITINERARI ENOLOGICI – UN BUON PRETESTO PER VIAGGIARE
Meno prodotto, ma di alta qualità. Un trend che segue anche le mutate condizioni metereologiche delle varie zone produttive.
Il vino è un alimento che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già 4100 anni prima di Cristo. Al centro della tavola, dell’arte e dei luoghi comuni e non, uva e vino fanno parte da sempre della tradizione culturale del Bel Paese. L’Italia è del resto una delle mete più gettonate di turismo enogastronomico.
La sfida è soprattutto sulla valorizzazione della produzione che in Italia si attende comunque di alta qualità e secondo Coldiretti può contare su 635 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi, con le bottiglie Made in Italy destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità con vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria. Il processo di qualificazione del vino Made in Italy è confermato dal successo dell’export anche in Francia, dove si bevono sempre più bottiglie italiane con un balzo del +18,5% in valore delle esportazioni nazionali di vino Oltralpe nei primi cinque mesi del 2023, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat.
Negli anni abbiamo imparato a conoscere e apprezzare vini da luoghi che apparivano remoti e inconsueti: lo Chardonnay profumato della Tasmania, il Sauvignon neozelandese, l’ottimo Pinot Noir dell’Oregon. Ma oggi il cambiamento climatico, unito all’evoluzione delle tecniche agricole e all’utilizzo di vitigni resistenti (i cosiddetti PIWI) ha scardinato anche il caposaldo della latitudine, permettendoci di fare un vero tour mondiale nel calice e di aggiungere, alla meta delle vacanze, una visita in cantina che fino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile.
La maggior parte dei vigneti è vicino al mare, in zone che non gelano. Le piante sono coltivate più alte, con più foglie, per catturare tutta la luce possibile. D’estate, al contrario, quando il sole non tramonta mai, crescono così rapidamente che vanno potate ogni pochi giorni.
La viticoltura di Baleari e Canarie non è una novità, sempre piacevole da degustare davanti a un tramonto isolano. Ma le cantine qui si visitano soprattutto per la bellezza di viti fronte mare o inerpicate in terreni brulli e scabri. Minorca, Regione Europea della Gastronomia nel 2022, ha attualmente dieci produttori e le varietà più coltivate sono un mix tra vitigni internazionali, come Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Chardonnay, e locali, ad esempio Malvasia (nella zona del Parco Naturale della Albufera des Grau), Monastrell e Tempranillo, dal colore ciliegia brillante e con sentori di spezie e frutti rossi. A Lanzarote la zona viticola della Geria commuove e stupisce per il paesaggio lunare, dove le viti sono piantate singolarmente in buche nella nera terra vulcanica e protette dal forte vento da muretti in pietra che le circondano come un grembo. Uno scenario sorprendente e affascinante che nel 1964 è confluito nella mostra fotografica Arquitectura sin arquitectos al MoMA di New York. E dove oggi si può degustare una varietà unica al mondo, la Malvasia Vulcanica, dal sorso rotondo con inconfondibile finale minerale.
Le regioni vinicole con clima continentale sono caratterizzate da variazioni climatiche nette che avvengono durante il periodo della crescita degli acini della vite e da escursioni termiche estate-inverno molto rilevanti, con temperature calde d’estate e ghiaccio e neve d’inverno. Le regioni con questo tipo di clima si trovano spesso nell’entroterra e lontane da bacini idrici importanti, come grandi laghi o mari interni, che possano fungere da moderatore degli estremi climatici. Spesso, durante la stagione di crescita, nel clima continentale si manifestano importanti escursioni termiche giorno-notte. D’inverno, ma anche in primavera, gelo e la grandine possono essere un pericolo per la viticoltura. A seconda del macroclima di ciascuna specifica regione, l’irrigazione di soccorso può essere necessaria a complemento della pioggia stagionale. Queste influenze climatiche sono alla base della grande variazione nella qualità dei vini delle singole annate.
Le più importanti regioni vinicole con clima continentale sono: In Francia la Borgogna, il nord del Rodano (Côte-Rôtie) e la Loira; In Spagna la Rioja; In Italia il Piemonte; L’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania, la Russia, la Serbia, le regioni interne della Bulgaria; l’interno della Turchia; La maggior parte delle regioni vinicole del Canada; Il Texas, limitatamente alla High Hills AVA; La zona di Mendoza in Argentina.
Se pensiamo ai migliori percorsi enogastronomici, in Italia Lombardia vuol dire fare trekking sul Lago di Como e degustare specialità locali nei tipici crotti. Per gli itinerari enogastronomici Emilia Romagna significa scoprire come si fa l’aceto balsamico di Modena oppure partecipare alla lavorazione del Parmigiano Reggiano. In Sicilia vuol dire degustare vini biologici ammirando il tramonto sulle saline di Marsala.
La seconda metà di Agosto e la prima metà di Settembre è il periodo migliore per l’imbottigliamento per i vini da invecchiamento mentre Marzo-Aprile-Maggio sono i mesi più favorevoli per i vini normali.
Ecco il calendario lunare : Luna nuova (nera) Non consigliabile per lavorare i vini; Primo quarto (gobba a ponente) Per ottenere vini più frizzanti; Luna piena (bianca) Periodo più favorevole per tutti i tipi di Vino; Ultimo quarto (gobba a levante) Periodo per i vini da invecchiamento e vini dolci.
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