ORO BLU – ENERGIA IDROELETTRICA E DIGHE
Anche nei bacini idroelettrici vengono impiegati i riduttori della serie 300M Bonfiglioli distribuiti da FP Trasmissioni.
Le turbine idrauliche utilizzano l’energia potenziale posseduta da una massa d’acqua tra un dislivello, detto salto, esistente tra le due sezioni di pelo libero superiore (a monte) ed inferiore (a valle). La trasformazione da energia potenziale in energia meccanica dell’acqua avviene per mezzo di turbine, messe in rotazione dalla massa di acqua che transita al loro interno. A sua volta la potenza meccanica all’asse della turbina può essere impiegata direttamente per compiere lavoro (si pensi ai mulini ad acqua) oppure per produrre energia elettrica collegando l’asse della turbina, tramite opportuni riduttori, ad un alternatore.
Le dighe sono opere architettoniche di fondamentale importanza per regolare il deflusso dei corsi d’acqua e aiutare le centrali idroelettriche a produrre energia rinnovabile.
Per la produzione di energia idroelettrica l’uomo ha saputo mettere in pratica la stessa capacità per un uso intelligente delle leggi della fisica dai tempi del mulino settecentesco di Cromford in Inghilterra e della Diga delle Tre Gole in Cina, in Italia ad oggi si contano 4702 impianti.
La centrale di Entracque, intitolata all’ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi, si trova nell’omonimo Comune in provincia di Cuneo ed è il più grande impianto idroelettrico d’Italia, nonché uno dei più potenti d’Europa. La centrale comprende ben due dighe, quella di Chiotas, a quasi 2.000 metri di quota, e la diga della Piastra a 1.000 metri, con due serbatoi che in totale ospitano 42.000.000 di metri cubi d’acqua.
Si tratta di una centrale a pompaggio puro, in cui la turbina è anche una pompa che sposta da una diga all’altra la stessa acqua. Questo impianto funziona come una gigantesca batteria, che accumula energia quando l’acqua risale e la rilascia quando scende, e contribuisce a rendere stabile la rete, consentendo alle energie rinnovabili non programmabili, come quella dal sole e dal vento, un maggiore utilizzo.
In Romagna dove è ubicata la sede di FP Trasmissioni si trova invece il lago di Ridràcoli, un bacino artificiale sorto presso l’omonima frazione di Bagno di Romagna, per alimentare l’acquedotto e la centrale idroelettrica adiacente. Ha una superficie di 1.035 chilometri quadrati, è profondo 92 metri e può contenere fino a 33,06 milioni di metri cubi di acqua.
È grazie a dinamiche aziendali che vanno oltre i confini istituzionali delle Province che l’ente che gestisce la diga ha garantito e garantisce al territorio romagnolo, storicamente povero di acqua, un servizio che soddisfa sia a livello qualitativo che quantitativo gli usi idropotabili del territorio. La forte interconnessione tra le varie fonti che immettono acqua nella rete dell’Acquedotto della Romagna garantisce la risorsa idrica su tutto il territorio tutto l’anno. L’azienda non distribuisce l’acqua all’utente finale, cioè al cittadino, bensì al gestore del servizio idrico integrato, che a sua volta è fornitore al dettaglio per l’utenza.
Oltre che per fornire energia elettrica, i serbatoi della centrale possono essere utili anche per le coltivazioni che si trovano in pianura. Inoltre, in caso di eventi climatici estremi, le dighe possono proteggere il territorio, immagazzinando l’acqua durante i momenti di picco degli eventi per poi rilasciarla verso valle quanto l’evento è terminato. Una diga dell’impianto riesce a trattenere acqua per l’equivalente di un terzo della sua capacità in una sola notte.
Le zone che hanno riscontrato i recenti problemi con alluvioni, frane e smottamenti dovuti sia alla carenza che all’eccesso di precipitazioni, si avvantaggiano notevolmente della presenza di questi impianti. Dove la pioggia ha causato ingenti danni nelle zone del ravennate, sulle colline forlivesi e nei territori limitrofi di Bologna, le popolazioni sanno che se non vi fossero stati dighe e sbarramenti che regolano il flusso di alcuni fiumi, i danni sarebbero sicuramente stati ancora più catastrofici.
Nell’ambito del ricco dibattito sul ruolo economico dell’industria idroelettrica e nel tentativo di affrontare alcuni temi, da quelli economici a quelli territoriali e ambientali, collegati alla storia di dighe, sbarramenti e invasi artificiali nell’Italia contemporanea, è importante delineare l’intera vicenda della costruzione di laghi e bacini nel nostro paese, attraverso un confronto internazionale.
Poiché nessun intervento dell’uomo è di per sé neutrale, va accuratamente studiato e limitato l’impatto ambientale cercando di proteggere la flora e la fauna e ove necessario e riprodurre l’habitat favorendo la ripopolazione.
La disponibilità della risorsa acqua è quindi legata a doppio filo con la tutela del territorio. Proprio per questo gli interventi sono finalizzati a garantire acqua di qualità ai cittadini e si accompagnano sempre a programmi di valorizzazione dell’ambiente seguendo diverse strade una delle quali, forse la più importante, è quella della didattica. Crediamo che solo formando le nuove generazioni al rispetto delle risorse si possano creare le basi per uno sviluppo più sostenibile.
Curiosità dal mondo della diga di Ridracoli: questo progetto realizzato da Lorenzo Prati e Yas Clarke consiste in un’installazione sonora interattiva che si serve dei dati registrati dalla strumentazione della diga di Ridracoli per creare un paesaggio musicale modellato sulla base delle condizioni meteorologiche, idrologiche e strutturali del momento. Il concetto alla base dell’installazione è stato quello di trasformare la diga in uno strumento musicale gigantesco suonato dagli agenti atmosferici, dall’acqua che contiene e dalla terra su cui poggia.
Grazie a questo progetto la diga di Ridracoli è il primo sbarramento artificiale a diventare anche sistema musicale generativo. L’obiettivo degli autori è stato di creare una musica in sincrono sia con l’essenza artificiale della diga che con la natura che la circonda. Questo è stato possibile usufruendo del vasto numero di strumenti usati per il monitoraggio della struttura e del suo funzionamento. I dati provenienti da questa strumentazione sono inseriti all’interno di un sistema di algoritmi che li traduce in regole musicali in base alle quali è generata la composizione musicale.
Di giorno questo sistema opera in maniera probabilistica, fornendo informazioni con le quali il computer “improvvisa”. In tale fase i dati sono interpretati in modo da produrre un soundscape “familiare” che evolve lentamente al passo col mutare delle stagioni e degli eventi idrologici e naturali. Per esempio in inverno la musica è caratterizzata da timbrica fredda e registro acuto.
Di notte invece la musica è generata usando i dati in maniera diretta e non interpretativa. Questo metodo deterministico basato su semplici regole matematiche dà come risultato una composizione dal carattere più impersonale e monocromatico che, al contrario della musica diurna, non fa riferimento all’immaginario collettivo.
Il cosiddetto ORO BLU una risorsa importante da rivalutare in un mondo in costante evoluzione, da gratuito e sempre disponibile a sistema da pianificare e organizzare come qualsiasi altra materia prima.