PIÙ COPPIA – PIÙ RAPPORTI – PIÙ POTENZA, MODULAZIONE DELLA VELOCITÀ E ADATTABILITÀ
PIÙ COPPIA – PIÙ RAPPORTI – PIÙ POTENZA, MODULAZIONE DELLA VELOCITÀ E ADATTABILITÀ
Una metafora della vita?
La cronaca recente ci restituisce un’immagine poco edificante delle relazioni interpersonali e richiede certamente profonde riflessioni sull’educazione dei figli e sull’eredità immateriale che passiamo di generazione in generazione.
Dopo aver risolto il problema della sussistenza ci troviamo ad affrontare condizioni di vita che permettono la coscienza di sé coltivando un senso della vita per una realizzazione personale e una conseguente evoluzione della comunità in cui viviamo.
Ci salta all’occhio come certe caratteristiche tecniche dei dispositivi che vengono utilizzati nel mondo della meccanica sono attribuibili ed estendibili anche sul piano etico. Come in passato i filosofi hanno colto una corrispondenza tra uomo e macchina, si pensi a Pierre Gassend o Gassendi che fu un astronomo contemporaneo di Galileo, con il quale ebbe una corrispondenza epistolare. Studiò tra le altre cose il movimento delle comete, la topografia, le eclissi lunari e l’evoluzione delle macchie solari. Nel 1621, fu il primo a fornire una descrizione scientifica del fenomeno luminoso dell’atmosfera che egli denominò «aurora boreale», partendo dall’osservazione, il 12 settembre, ad Aix-en-Provence, di un’eccezionale aurora polare. Il 7 novembre 1631, osservò il passaggio del pianeta Mercurio davanti al Sole. Studiò anche la propagazione dei suoni e le leggi del movimento e dell’inerzia.
In senso analogo alla base della concezione meccanicistica della natura, il meccanicismo cerca di spiegare le cause delle cose e a legge di natura che ne è alla base, senza chiedersi il perché avvengono o per quale scopo.
Il meccanicismo spiega il movimento dei corpi nello spazio concependo l’universo come una grande macchina.
È infatti induttivamente che Gassendi può concludere sulla realtà del vuoto e sulla possibilità che corpuscoli infinitesimi, gli atomi, possano essere alla base della realtà tutta. Le “cose” composte, visibili e tangibili si formano dagli atomi e lo stato di quiete è inerzia all’aggregazione stessa. Il livello atomico, quello elementare, tende ad aggregarsi attraverso «sforzo e tensione», mentre il moto trasferisce gli enti materiali da punti ad altri nello spazio. Però è a livello atomico che nasce ogni movimento e cambiamento fisico, chimico e biologico. I corpi atomici sono ordinati a un fine ultimo e quindi la loro aggregazione/disgregazione non è un processo meramente casuale.
Pensiamo poi a quanto sia tema attuale l’Intelligenza Artificiale che “mima” e “copia” il modo di pensare dell’uomo per tradurlo in linguaggio macchina e il machine learning che ne deriva.
Questo è dunque un tema che ci affascina, che ci incuriosisce ma di cui in realtà non abbiamo ancora quella consapevolezza necessaria per poter addentrarci in esso con sicurezza e fiducia, non siamo ancora in grado di comprenderlo in tutti i suoi aspetti e di conseguenza non ne percepiamo le effettive implicazioni che possano originarsi.
Se si leggono le descrizioni tecniche, lo scopo e l’utilizzo di certi componenti, si resta colpiti da quanto questi concetti possano essere interpretabili per essere estesi all’etica.
Un dispositivo che mentre riduce la velocità, moltiplica la coppia.
Il motoriduttore nasce dall’ingegno dell’imprenditore e progettista tedesco Albert Obermoser, che nel 1928 brevettò il cosiddetto “Vorlegemotor”, il cui modello base prevedeva un motore elettrico abbinato ad un semplice riduttore di velocità. Dagli anni ’80 in poi ha un’importanza via via maggiore per la capacità di produrre una trasmissione a coppie molto elevata.
Il riduttore di velocità è un dispositivo meccanico facente parte della trasmissione di potenza. È generalmente composto da una serie di ingranaggi, alloggiati all’interno di una carcassa, che riducono la velocità di rotazione da un albero in ingresso a un albero in uscita.
Il riduttore di velocità non è altro che un sistema meccanico che provvede alla trasmissione della potenza all’albero, modulandola secondo necessità. Esso è formato da un gearbox, ossia una contenitore in cui sono alloggiati una serie di ingranaggi responsabili della riduzione della velocità di rotazione dell’albero di ingresso (albero di trasmissione).
Questa semplice formula venne poi arricchita più volte nel corso degli anni, cosicché hanno visto la luce varie tipologie di motoriduttori, ognuna specifica per un certo utilizzo. I motoriduttori sono praticamente onnipresenti in qualsiasi campo che prevede l’utilizzo di macchine, sia con funzionamento meccanico sia idraulico essendo piuttosto semplici da progettare e facilmente adattabili. Un dispositivo per aumentare in maniera proporzionale la quantità di potenza della coppia. Ad una delle due estremità del dispositivo è applicato un motore, che può essere elettrico o idraulico. L’energia prodotta viene trasferita ad un albero nell’altra estremità, che converte questa energia in una coppia motrice a bassa velocità.
Il riduttore di velocità quindi è un dispositivo meccanico che aumenta la coppia in uscita.
In base al tipo di movimentazione, ogni macchina necessita di una o più tipologie di riduttori e motori elettrici.
Questo processo è in grado di produrre energie e forze di enorme entità che possono muovere mezzi di trasporto anche molto grandi quali sono ad esempio le navi (il timone di una nave adopera proprio questo tipo di procedimento) o le escavatrici per la costruzione di tunnel. Naturalmente, proprio per le forze in gioco, i materiali utilizzati per la realizzazione di un motoriduttore sono estremamente resistenti.
Il riduttore epicicloidale: nonostante si tratti a tutti gli effetti di un motoriduttore ad ingranaggi, a causa delle sue particolarità e delle sue svariate sotto-tipologie, i motoriduttori planetari meritano uno spazio a parte.
Questo particolare tipo di motoriduttore nasce come specifica soluzione per le macchine semoventi, conquistando dagli anni ’80 in poi un’importanza via via maggiore per la capacità di produrre una trasmissione a coppie molto elevata.
Al di là delle diverse tipologie di motoriduttori, si può dire che questi strumenti siano imprescindibili per il funzionamento della moderna economia, nelle piccole cose come nelle grandi imprese. Senza di essi sarebbe impossibile sostenere la produzione massiva di qualsiasi settore.
Per fare qualche esempio, in campo industriale, senza i motoriduttori non si avrebbe nessun tipo di convogliatore, il che renderebbe estremamente difficile il movimento di carichi e merci rallentando in maniera drammatica la produzione industriale su larga scala.
Nel settore automobilistico sono fondamentali in ogni step della produzione di una moderna automobile, dalla creazione dello stampo per la scocca all’assemblaggio finale, ogni robot utilizzato monta ed è azionato da motoriduttori.
In tutte le abitazioni e nei luoghi pubblici si trovano strumenti comuni come mixer, frullatori, trapani ad uso domestico, orologi meccanici, nastri trasportatori, etc. etc. che funzionano grazie ad una qualche tipologia di motoriduttore. Allo stesso modo a volte il rapporto di trasmissione viene inteso come rapporto di guadagno.
La trasmissione di potenza è un mondo affascinante così come la modulazione di velocità, il concetto di adattabilità, i rapporti, la scatola del cambio che fanno muovere le macchine.
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