TRASMETTERE POTENZA PER MUOVERSI IN SICUREZZA IN CAMPO – CLIMA E COLTIVAZIONI
Dovremo presto rivedere le nostre priorità e comprendere che in cima alle nostre esigenze ci sono cibo e acqua. Tutto il resto può e deve venire dopo.
I prodotti impiegati in questo campo e commercializzati da FP Trasmissioni quali WHEEL DRIVE della Serie 600 per irroratrici e Sugar Harvester, Truck Drive 700C, Vertical Feed Mixer 700T, Truck wheel Drive 700 CE, Feller Buncher 700T sono tutti volti ad alleggerire e a migliorare le prestazioni delle macchine agricole e forestali.
Nella foto a titolo esemplificativo un riduttore 601.
L’agricoltura è causa e vittima del suo stesso impatto ambientale. A fronte di un clima sempre più estremo e di una crescente scarsità di risorse, nei prossimi anni sarà necessario un utilizzo delle risorse sempre più mirato e monitorato.
“Occorre lavorare sulla resilienza delle colture agricole, cercando di rendere più sostenibile il sistema agroalimentare, limitando gli input esterni, quali i fertilizzanti e prodotti per la difesa chimici e favorendo un approccio agroecologico, più efficace per ridurre l’impatto ambientale dovuto al cambiamento climatico. Questo approccio è necessario anche per utilizzare tecniche meno intensive e filiere corte, azioni che consentirebbero di tagliare di un terzo i consumi energetici. Da un lato devono essere le istituzioni a favorire questa trasformazione del mercato. Le strategie europee (la nuova riforma della PAC, la strategia “Dal produttore al consumatore”, la strategia di adattamento dell’UE, la strategia sulla biodiversità e quella per il suolo al 2030, ecc.) devono promuovere un approccio sistemico alle questioni ambientali e climatiche tenendo conto del loro ruolo e dei loro potenziali effetti sul settore agricolo. Dall’altro i cittadini nella loro veste di consumatori hanno un ruolo chiave, perché ogni scelta di acquisto ha ripercussioni non solo dirette, ma anche indirette sulle emissioni totali di gas serra. I consumatori hanno il potere di orientare l’economia e, quindi, contribuire alla lotta al cambiamento climatico con la loro spesa.
Parallelamente, la domanda globale di cibo è in aumento: sulla Terra siamo già più di 8 miliardi di persone e, sebbene la popolazione stia crescendo ad un ritmo inferiore rispetto al passato, si stima che entro il 2050 saremo quasi 10 miliardi. Di questo passo, la sicurezza alimentare è a rischio.
Il nostro attuale sistema alimentare è causa del 37% delle emissioni totali di gas serra, dunque uno dei principali motori del cambiamento climatico in atto, di cui l’Italia e il Mediterraneo sono purtroppo identificati come hotspot degli impatti di questo fenomeno. Questo ha delle ripercussioni enormi sulla nostra agricoltura, soprattutto a seguito dei picchi di calore registrati in questi ultimi due anni. In Italia, infatti, da qualche anno si registra un fenomeno di “tropicalizzazione del clima” che si manifesta con una più elevata frequenza di sbalzi termici significativi, siccità, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense.
Alterazioni climatiche che finiscono per compromettere la resa delle coltivazioni nei campi e causano danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Gli eventi estremi hanno quindi conseguenze a cascata sulle funzioni ecologiche, sulle aziende agricole e sul mercato alimentare, nazionale e internazionale. L’agroalimentare italiano è sceso al terzo posto nella graduatoria Ue per valore alla produzione, colpa della siccità senza tregua degli ultimi due anni, che ha peggiorato il posizionamento competitivo nel settore agricolo.
Secondo le associazioni di categoria, tra coltivazioni e infrastrutture, i danni nel 2023 supereranno i 6 miliardi dello scorso anno con cali a livello nazionale nei settori chiave, tipici della nostra alimentazione mediterranea, ad esempio meno 60% per le ciliegie, meno 63% per le pere, meno 12% per il pomodoro e la vendemmia, mentre il miele fa registrare un calo del 70% rispetto al 2022.
Per il pomodoro il calo del 12% è frutto di una resa media in campo disomogenea sul territorio, dove nel Nord Italia è stata più bassa della resa media del quinquennio precedente, soprattutto nell’area est. Anche vino e l’olio hanno subito un calo significativo in termini di resa numerica con un conseguente aumento dei prezzi, già esasperato dall’inflazione.
Per l’olio, l’anno peggiore 2022-2023 si è chiuso con un calo del 27% della produzione. In particolare, l’Umbria rischia un calo di oltre il 50%, cifra che ci si attende anche al centro Italia, con l’eccezione della Toscana dove, come al sud, sembrerebbe esserci un calo più contenuto, tra il 10 e il 20%.
Per il vino il settore ha registrato un calo del 12% rispetto allo scorso anno, soprattutto per un incremento del 70% della pioggia nelle giornate più importanti per i trattamenti contro le fitopatie, cosa che ha reso la vendemmia più “povera” al centro e al sud con flessioni medie del 20% e del 30% rispettivamente. Un livello produttivo che non permetterebbe all’Italia di mantenere il primato mondiale.
Agricoltura, silvicoltura e altre forme di utilizzo del suolo (il cosiddetto settore Afolu – Agriculture, forestry and other land use) sono responsabili per circa il 22% delle emissioni totali di gas serra di origine antropica al livello globale.
La maggior parte delle emissioni di CO2 del settore Afolu sono dovute alla deforestazione (che sta ancora intaccando la superficie forestale mondiale, ma con un tasso complessivo in diminuzione), ma anche agli incendi e al drenaggio delle torbe.
Invece, le emissioni di CH4 di tale settore continuano ad aumentare, e la loro fonte principale è la fermentazione enterica dei ruminanti. Analogamente, le emissioni di N2O del settore Afolu sono in aumento e sono dominate in particolare dalla gestione delle deiezioni, dall’uso di fertilizzanti azotati e dalle deposizioni atmosferiche di azoto.
Ecco dunque che ogni settore deve essere direttamente coinvolto in questa direzione per un’azione sinergica, efficiente ed efficace.
Per preventivi, info e ordini: fptrasmissioni@fptrasmissioni.com 0543 492568
#serie600 #agricoltura #fptrasmissioni #ambiente #alimentazione #ecologia #riduttori #resilienza